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Tritone alpino

Ichthyosaura alpestris 
Precedentemente: Mesotriton alpestris, Triturus alpestris

Mâle du triton alpestre dans l'eau

Mâle du triton alpestre dans l'eau (© Andreas Meyer)

Scheda specie

Stato di minaccia : non minacciato (LC)

Priorità nazionale : -

Caratteristiche :

  • Dall’aspetto tozzo e vigoroso
  • Ventre arancione senza macchie
  • Piccole macchie nere alle estremità
  • Maschio: Piccola cresta dorsale con un’alternanza di strisce chiare e scure, parte dorsale color blu ardesia, screziato di grigio, bande a macchie nere e bianche sui fianchi e ai lati del cranio
  • Femmina: Parte dorsale verdastra, brunastra o giallastra, screziata di grigio

Confusioni possibili 
Tritone crestato
Salamandra pezzata

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description

Caratteri distintivi

Se il maschio del Tritone alpino (Ichthyosaura alpestris) venisse da contrade esotiche sarebbe di certo commer­ciato come una preziosa rarità! Con la sua elegante cresta dorsale gial­lastra macchiet­tata di nero, i fianchi blu marmo­rizzati lungo cui corrono, in con­trasto con il rosso-aranciato del ventre, una striscia turchese e una fascia bianco-azzurro­gnola anch'essa maculata di nero, il tritone maschio sfoggia, durante il peri­odo degli amori, una livrea di rara bellezza Di ta­glia decisa­mente più grossa, la fem­mina è invece meno appa­riscente: il ventre di un pal­lido arancio, non presenta né la caratte­ristica cresta dor­sale del maschio, né la fascia longitudi­nale tur­chese; la colora­zione del manto è per­altro assai variabile e va dal verdo­gnolo al beige e dal mar­rone fin quasi al nero. A differenza delle altre specie di tritone, il ventre non è mai macu­lato. Lungo dagli 8 ai 10 cm, il Tritone al­pino si situa, per dimensione, tra il Tritone cres­tato, nettamente più grande e  quelli più piccoli come il  Tritone pun­teggiato e il Tritone palmato.

moeurs

Modo di vita

Benché alcuni maschi di Tritone alpino  svernino in acqua, la maggior parte di questi anfibi trascorre il periodo di latenza sulla terra­ferma e tende ad andare in acqua - più o meno in conco­mitanza con il Rospo comune - nel corso del mese di marzo, i maschi con qualche giorno d'anti­cipo ris­petto alle femmine. E' peraltro sorprendente vedere, con quale faci­lità il Tritone alpino riesca a colonizzare specchi d'acqua formati di recente (quali ad esempio i laghetti da giardino). Probabilmente, i tritoni si lasciano guidare  dal caratte­ristico odore che le diverse forme di alghe diffon­dono sulla terra­ferma. Nello stesso modo ragg­iun­gono anche i siti di riproduzione dove ha luogo il rituale di corteggia­mento; ceri­mo­niale che, nel Tritone alpino, è di durata leggermente più breve rispetto a quello os­ser­vato in altre specie di tri­toni. Il maschio pronto per l'accop­pia­mento preme col muso i fianchi o  il muso della fem­mina, le si para trasver­salmente dinanzi, piega la coda in avanti e, con ritmo lento e regolare,  crea un leggero spostamento d'acqua verso la testa della fem­mina. Se è riuscito ad atti­rare la sua attenzione, si gira di 90 gradi e si  avvicina davanti a lei.

La femmina colpisce allora col proprio muso la coda curva a forma di S del maschio, indu­cen­dolo in questo modo a deporre sul fondo dello stagno, un invo­lucro seminale (o spermatofora) che la fem­mina, avanzando, raccoglie attraverso la pro­pria cloaca e con­serva all'interno del proprio ventre in un'ap­posita sacca. Una femmina può raccogliere più involucri seminali provenienti da uno o più maschi, e questo nell'arco di pochi giorni o ad intervalli di qualche setti­mana, dando così luogo ad altrettante depo­si­zioni successive. Dopo poco meno di una setti­mana dalla prima inseminazione, la fem­mina comincia a deporre le prime uova, anco­randole, una ad una, saldamente alle foglie di piante subacquee.

Quest'operazione può du­rare anche diverse settimane, al ter­mine delle quali saranno deposte dalle 150 alle 200 uova. A differenza della Rana tempora­ria e del Rospo comune, la cui per­manenza in acqua è più breve, i tritoni alpini riman­gono e si alimentano in acqua durante tutta l'estate. Il cibo di cui sono particolar­mente ghiotti durante questo periodo è costituito in pre­valenza di uova di Rana tem­poraria. La pre­senza di una folta popolazione di tri­toni alpini, può dunque causare la scomparsa di  questa specie di rana. Nessun pericolo invece per le specie di rospi in quanto le uovo e le larve non sono commestibili  La dieta acquatica del Tritone alpino si compone inoltre di larve di chiro­nomidi, piccole larve di libellule, uova di tritone e piccoli crostacei, mentre sulla terra si cibano principalmente di coleotteri, mosche, lombrichi, in poche parole tutto quello che si muove. Com'è a volte interes­sante osservare durante il periodo degli accoppiamenti, alcuni esem­plari adulti pos­sono lasciare l'acqua e rimanere sulla terra­ferma per parecchie ore o per diversi giorni.

Nel corso del mese di giugno  o durante il mese di agosto nel caso di acque montane molto fresche o sotter­ranee,  i tritoni alpini adulti tornano alla vita ter­restre: la pelle si fa via via più ruvida e idrofoba, per­dendo i suoi caratteristici colori iri­des­centi, e nei mas­chi scompare la cresta dorsale. In altre pa­role, la splen­dida livrea del periodo degli amori, vira, lasciando il posto a panni più umili, su toni opachi color bruno-azzurrognolo. Della vita e dello sverna­mento di questi ani­mali sulla terra­ferma si sa, d'altra parte, ben poco. A volte capita  di imbattersi in alcuni di questi animaletti sotto assi di legno o lastre di pietra dove possono trovare cibo fino ad autunno inoltrato, ma si tratta il più delle volte di incontri pura­mente casuali.

Il Tritone alpino sverna principalmente a prossimità di specchi d’acqua ma, anche sotto mucchi di pietre, legni morti, nella lettiera e nelle abitazioni che presentano dei rifugi ospitali.   La durata della fase di sviluppo embrio­nale  dipende fortemente dalla tem­pe­ratura dell'acqua: a 13°C è di circa 30 giorni, a 16°C scende a 17 giorni e a 19°C dura solo 13 giorni. Al momento della schiusa delle uova, le larve sono lunghe circa 11 mm e hanno coda e estre­mità ancora poco svilup­pate. Dopo al­cuni giorni le larve cominciano a nutrirsi di plancton e progressivamente crescono gli arti anteriori, se­guiti più tardi da quelli poste­riori. In queste prime setti­mane di vita, le larve sono an­cora scarsamente pig­men­tate, in parte tras­parenti, e poco distinguibili. Verso l'inizio della stagione estiva, con la progressiva colarazione scura della parte terminale della coda, le larve di Tritone alpino possono finalmente essere  facilmente distinguibili..

Il periodo di sviluppo larvale è di durata estre­ma­mente variabile, anche tra i  nascituri di una sola fem­mina. Per questo mo­tivo, oltre che a causa della diversa data di depo­sizione delle uova, nelle stesse acque si in­contrano, lungo tutto l'arco dell'estate, larve di Tritone alpino a di­versi stadi di sviluppo; non si ha, dunque, come nel caso delle rane e dei rospi, una massiccia mi­gra­zione  di gio­vani adulti metamorfo­sati. Dopo non più di 2½ mesi i primi tritoni, ormai giunti ad una lunghezza di circa 4-5 cm, las­ciano l'acqua, per poi essere seguiti da altri fino in autunno. Nei laghetti montani si può talvolta assistere allo sver­namento acquatico di cen­tinaia di larve. Quasi nessuna sopravvive tuttavia alle rigide condizioni presenti in queste acque, che pos­sono rimanere ghiacciate per oltre 8 mesi. Molte so­pravvivono in­vece con successo in acque sotter­ranee profonde, al riparo dal gelo, quali ad esempio i pozzi antin­cendio. Gli indivi­dui che svernano in questi ambienti las­ciano l'acqua tra maggio e giugno dell' anno su­ccessivo, quando hanno raggiunto i 5-6 cm di grandezza.

Alcune larve ri­mangono addi­rit­tura in acqua fino alla maturità sessuale. Questo fenomeno, chiamato neo­tenìa o pedomorfismo, è spesso legato a un difetto di pigmenta­zione: gli individui neotenici presen­tano infatti un manto di colore gial­lastro pun­teggiato qua e là di piccole macchioline nere, pur avendo occhi nor­malmente pigmen­tati. In nessu­n'altra spe­cie di tritone questo fenomeno appare così fre­quente­mente come nel Tritone alpino.

repartition

Distribuzione

Il Tritone alpino popola la maggior parte dell'Eu­ropa centrale; è assente solo in Scan­dinavia e nelle regioni più meridio­nali dell’Europa. In Svizzera è diffuso prin­cipal­mente al nord delle Alpi, dove  colonizza lettera­mente ogni specchio d'acqua senza pesci disponibile, dal fon­dovalle fino a quasi 2'500 metri di altitu­dine (Engadina).

Nel Vallese, che ha clima più asciutto, e soprattutto a sud del Rodano, si fa invece decisamente più raro. Nel Ticino conduce una vita strettamente mon­tana, senza scendere mai sotto i 1'100 metri di alti­tudine. Ancora piuttosto ben diffusa nella fascia setten­trionale del Cantone, la specie popola uni­camente alcuni laghetti di mon­tagna, mentre è del tutto assente al Sud. Pre­sente anche nei Grigioni italiani (Me­solcina, Bre­gaglia e Val Poschiavo), il Tritone alpino occupa tuttavia quasi esclu­siva­mente le vallate superiori della re­gione.

carta di distribuzione

protection

Protezione

Malgrado l’inquinamento, il rilascio di pesci nelle acque e la progressiva disparizione degli habitat favorevoli, Il Tritone alpino è catalogato nella lista rossa degli anfibi (2005) come specie non minacciata (LC).

Sarà comunque bene fare si che sull'Altopiano vi sia sempre un gran numero di laghetti, e stagni ricchi di planc­ton, di vegeta­zione subacquea e privi di pesci: il Tritone al­pino ripagherà la pre­mura con una colo­nizza­zione rapida e spontanea.

habitat

Habitat

In Svizzera,il Tritone alpino è diffuso prin­cipal­mente al Nord delle Alpi, dove da marzo a giugno colonizza ogni specchio d’acqua come giardini, boschi, cave e torbiere.

Nelle zone alluvionali è più raro rispetto al Tritone punteggiato, che è qui do­minante, mentre diventa più fre­quente col cres­cere del livello di mento colonizzazione e interramento dell’habitat da parte della vegetazione circostante. In genere, però, avendo caratte­risti­che e modi di vita analoghi, il Tri­tone al­pino e il Tritone pun­teggiato si trovano spesso a condividere gli stessi spazi vitali.

Pubblicazioni

Il Tritone alpino - biologia e protezione: Descrizione della specie, dello modo di vita, dell'habitat, del livello di minaccia e della protezione.

Kurt Grossenbacher 1993: Opuscolo Il Tritone alpino. infofauna (karch) Centre national de données et d'informations sur la faune de Suisse.
Kwet A., Podloucky R., Geiger A., Alfermann D., Henle K., Pagoda P. 2018: Der Bergmolch - Lurch des Jahres 2019. Broschüre. Deutsche Gesellschaft für Herpetologie und Terrarienkunde e. V. (DGHT)

Amphibienarten permanenter Gewässer
Die Gelbbauchunke: Pionierart der temporären Gewässer
Der Feuersalamander: Ein Bewohner der Fliessgewässer

Pellet J. 2012: Praxismerkblatt für Amphibien im Wald. info fauna karch. Version vom 15.11.2017

Espèces des plans d'eau permanents
Le sonneur à ventre jaune: espèce pionnière des plans d'eau temporaires.
La salamandre tachetée: une spécialiste des cours d'eau

Pellet J. 2012: Notice pratique pour la conservation des batraciens forestiers. info fauna karch. Version du 15.11.2017