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Rospo comune

Bufo bufo 

Rospo comune

Un rospo comune maschio attraversa una strada (© Andreas Meyer)

Scheda specie

Stato di minaccia : non minacciato (LC)

Priorità nazionale : esigua (4)

Caratteristiche :

  • Dall’aspetto rannicchiato
  • Pelle verrucosa
  • Zampe posteriori corte
  • Pigmentazione color marrone, a volte rossastra o giallastra
  • Colore uniforme o con delle macchie sparse qua e là
  • Ventre grigiastro, marrone chiaro o bianco 
  • Testa larga
  • Pupilla orizzontale a forma ellittica
  • Iride color arancione rosso
  • Grandi ghiandole paratoidi 
  • Timpani poco visibili

Confusioni possibili 
Rospo calamita
Rospo ostetrico

Canti degli anfibi

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description

Caratteri distintivi

Il Rospo comune, Bufo bufo (Linnaeus 1758), è un anfibio dall'aspetto goffo, con zampe posteriori corte e muso appiattito. Dietro gli occhi, color rame e con pupille orizzon­tali, si distinguono le grosse ghiandole para­toidi che, in caso di pericolo, possono secernere un liquido vischioso assai tossico, in grado di provocare forti ulcerazioni alle mucose di eventuali aggressori (anche dell'uomo). La colorazione, brunastra, cambia con le stagioni, con le fasi della muta, con la durata della permanenza in acqua ecc., vari­ando dal giallo sabbia al marrone scuro quasi nero. Soprattutto le femmine possono presen­tare marmorizzature sui fianchi, mentre gli immaturi sono spesso rossastri.

Dall'autunno fino a tarda primavera i maschi sono muniti di calli nuziali scuri sulle tre dita interne delle zampe anteriori. Il gracidio è poco potente, poiché la specie non possiede sacchi vocali esterni. Le femmine, mute, sono sensibilmente più grandi dei maschi della stessa popolazione. Il Rospo comune presente in ticino, pur pale­sando diversità locali, ha dimensioni maggiori rispetto a quella nordalpina.

moeurs

Modo di vita

Benché il comportamento del Rospo comune possa variare secondo il tipo di ambiente riproduttivo utilizzato, in generale l'attività inizia verso la fine dell'inverno, quando gli animali abbandonano i loro rifugi nei boschi e, soprattutto durante le serate piovose, si recano in massa verso i laghi e gli stagni dove avrà luogo la riproduzione. Questa migrazione notturna collettiva, che a dipen­denza dal luogo può protrarsi dalla prima decade di marzo fino a maggio inoltrato, coinvolge spesso migliaia di animali (individui censiti nel 1992 in Ticino: Riva S. Vitale 1037, Barbengo 3875, Meride 1952). Il fenomeno si manifesta in modo appa­riscente soprattutto quando i rospi, per rag­giungere il sito di riproduzione, devono attra­versare strade a forte traffico, subendo tal­volta enormi perdite. Le distanze coperte durante la migrazione sono il più delle volte comprese tra le centinaia di metri e il km.

I luoghi di soggiorno estivi, in particolare quelli delle femmine, possono peraltro essere anche più discosti (fino a 3 km), tanto che una parte del percorso di avvicinamento viene coperta già in autunno. Durante la migrazione i maschi, numericamente supe­riori alle femmine, si aggrappano ad ogni oggetto mobile di dimensioni appropriate, così che solitamente le femmine giungono all'acqua già accop­piate. Dopo un periodo di permanenza nell'acqua di 5-14 giorni, la maggior parte delle coppie inizia la deposizione, che può durare circa una settimana. Le piccole uova nere, emesse dalla femmina in due lunghi cordoni gelatinosi, vengono subito fecondate esternamente dal maschio. Muovendosi, la coppia fa sì che i cordoni restino impigliati, ben tesi, nei rami e nella vegetazione del fondo.

Terminata la fase riproduttiva i rospi rien­trano nel bosco, dove nelle notti piovose, quando la temperature supera i 12 °C, cacciano gli artropodi e i lombrichi di cui si nutrono. L'area di caccia di un rospo, alla quale l'animale rimane fedele per settimane o mesi, non supera i 100 m2 e può sovrapporsi a quella di numerosi altri individui. Nel corso della prima metà di ottobre il Rospo comune si scava nel suolo boschivo un rifugio un poco più profondo di quelli diurni estivi e vi si ritira a trascorrere l'inverno. Il forte legame che lo unisce al proprio sito di riproduzione, al quale ogni rospo resta fedele anche se diventatoinospitale, rende difficile i tentativi di trasferimento di questi animali: è infatti necessario rinchiudere le coppie nei nuovi siti che, a quanto sembra, verranno accettati solo dalla prole che vi vedrà la luce. Nei siti di riproduzione resi inadeguati da un regime idrico irregolare o da vari altri motivi, ad esempio nelle cave, nelle zone golenali, nelle pozze residue di stagni distrutti, e nei ruscelli al Sud delle Alpi, il Rospo comu­ne si comporta come il Rospo calamita (Bufo calamita): il periodo riproduttivo è più lungo e i pochi maschi che si ritrovano presenti contemporanea­mente, emettono spesso il loro richiamo nu­ziale, altrimenti difficilmente udibile. I girini del Rospo comune sono spesso  visibili lungo le rive degli stagni, dove si riuniscono in gran numero formando vi­stose chiazze nere. Non si nascondono e sembrano non temere i predatori. In effetti possiedono anch'essi una secrezione tossica che li rende assai poco appetibili.

Da giugno (Barbengo: nel 1992 dal 19 giugno durante 3 settimane; nel 1993 dal 22 al 29 giugno) i piccoli rospetti neometamorfosati, lunghi circa 1 cm, lasciano laghi e stagni, talvolta in massa e anche in pieno giorno, per infilarsi nei boschi, dove nello spazio di qual­che settimana assumono il comporta­mento notturno degli adulti. Il Rospo comune acquisisce la maturità ses­suale a 3-5 anni. Gran parte delle fem­mine si reca tuttavia una sola volta nella vita a riprodursi, a differenza dei maschi che invece vi tornano più volte.

repartition

Distribuzione

Il Rospo comune è distribuito in tutta l'Europa e oltre, ad eccezione della Scandinavia e delle isole. In Svizzera è co­mune ed è presente fino ai 1'500 m di altitudine; manca tuttavia in Alta Engadina e in varie parti delle Alpi vallesane e del Ticino settentrio­nale. Tra i 1'500 e i 2'200 m, la sua pre­senza diventa sporadica. 

carta di distribuzione

protection

Protezione

Nell'odierno paesaggio antropizzato il forte legame con il luogo di riproduzione comporta vantaggi e svantaggi. Favorevole alla specie è sicuramente l'attrattività che numerosi stagni e rive di laghi esercitano anche sull'uomo, ciò che ha portato ad una loro tutela.

I circa 2500 siti di riproduzione noti in Svizzera mostrano che il Rospo comune non è ancora in perico­lo, pur se un certo regresso è già riscon­trato. Gli svantaggi risiedono soprat­tutto nel fatto che dove un sito di riprodu­zione viene distrutto senza provvedere ad una compensazione nelle immediate vicinanze, la popolazione rischia fortemente l'estinzione totale Poiché la specie è poco duttile e non idonea alla colonizzazione di nuovi ambienti, possono infatti trascorrere decenni prima che questi ultimi arrivino ad ospitare popolazioni stabili. Attualmente il ritmo di scomparsa dei siti utilizzati è de­cisamente maggiore del tempo necessario alla specie per colonizzare eventuali nuove zone.

Un ulteriore fattore negativo, in grado di incidere fortemente sulle popolazioni, è la già citata moria sulle strade, che colpisce durante la diffusione dei giovani neometamorfosati, durante l'avvicinamento autunnale e prima­verile ai siti di riproduzione e durante il ritorno ai boschi. Questo fattore diventa particolarmente rilevante quando la strada è situata nelle vicinanze del sito di riprodu­zione, dove la concentrazione di animali si fa elevata, e lungo le rive dei laghi o nei pressi dei fiumi, dove l'intera popola­zione può raggiungere il luogo di riprodu­zione unicamente attraverso una via obbligata (ad es. Riva S. Vitale).

Il comportamento particolare del Rospo comune fa sì che la sua protezione debba essere affrontata prendendo in considerazione le singole popolazioni. Riguardo ai luoghi di riproduzione si rivela dunque prioritaria la tutela dei siti che all'uomo appaiono paesaggisticamente insi­gnificanti (ad es. le cave). Per quanto concer­ne invece la moria sulle strade, è importante intervenire in maniera mirata lungo i percorsi migratori. 

habitat

Habitat

Al di fuori del peri­odo riproduttivo la maggior parte degli ani­mali vive nei boschi, anche se capita spesso di trovarne nelle aree aperte, negli orti e nei giardini degli agglomerati urbani.  

Pubblicazioni

Hans Heusser 2001: Opuscolo Il Rospo comune. infofauna (karch) Centre national de données et d'informations sur la faune de Suisse.
Podloucky R., Geiger A., Alfermann D., Dick D., Kyek M., Schweiger S., Schmidt B.R., Zumbach S. 2011: Die Erdkröte - Lurch des Jahres 2012. Broschüre. Deutsche Gesellschaft für Herpetologie und Terrarienkunde e. V. (DGHT)

Amphibienarten permanenter Gewässer
Die Gelbbauchunke: Pionierart der temporären Gewässer
Der Feuersalamander: Ein Bewohner der Fliessgewässer

Pellet J. 2012: Praxismerkblatt für Amphibien im Wald. info fauna karch. Version vom 15.11.2017

Espèces des plans d'eau permanents
Le sonneur à ventre jaune: espèce pionnière des plans d'eau temporaires.
La salamandre tachetée: une spécialiste des cours d'eau

Pellet J. 2012: Notice pratique pour la conservation des batraciens forestiers. info fauna karch. Version du 15.11.2017